martedì 26 giugno 2007

pensieri nefasti ma inevitabili

sono sulla soglia dei 25, il che equivale a dire 'sono irrimediabilmente ed inesorabilmente sulla soglia dei 30'..tra breve il mio armadio sarà colmo di creme anti-età, calze contenitive, antidepressivi e set di vibratori colorati. dovrò impegnarmi a combattere il tempo, dovrò essere in prima linea nella guerra ai radicali liberi, dovrò smettere di fumare, dovrò darmi un contegno, dovrò cercare di non diventare la patetica trentenne in crisi d'identità... vabbè smettere di fumare no.

sabato 23 giugno 2007

memorie di una ninfomane

Cari amici,
sono riuscita ad andare a vivere più lontano di voi.................
L'unico problema è che al momento mi trovo in un posto che, secondo il mio modo di vivere, è anche più sfigato di Avellino......................
Con questo non voglio dire che già mi manca casa, visto che ho fatto tutto il possibile per andarmene....................
mi manca l'uccello!
Voi vi domanderete? Vuoi che Patti non trovi l'unico frutto dell'amooore in una città così grande?
Infelice di contraddirvi: vivo in un posto dove il 90% della fauna maschile è gay........il restante 10%? Ne vogliamo parlare? Tolti gli stranieri ( con i quali potrebbero esserci problemi di lingua....solo quella parlata intendo) e i fidanzati, chi resta?
La situazione è tale che a tratti mi manca l'affare del pisciaiuolo, il che è quanto dire per una buogustaia come me.............però almeno se glielo chiedevo, dopo sforzi titanici, riuscivo ad averlo..........
e tutto ciò capita dopo la più bella avventura della mia vita con l'uomo che voi sognate di avere da quando avevate 17 anni!!!!
Non è allucinante?!?!

venerdì 15 giugno 2007

ecco a voi: il disturbo disforico premestruale, meglio conosciuto come sindrome premestruale o sindrome del 'vorrei essere l'unica donna sulla terra'

'e che voi tutti possiate morire tra atroci sofferenze'.


mentre scrivo ne sono chiaramente affetta, altrimenti non ve ne avrei parlato. questa sindrome ha lo strano merito di farsi dimenticare nei giorni buoni del ciclo. checchè ne pensino i miei amici medici, si tratta di una vera e propria patologia, dato che è riconosciuta nel DSM IV, e non di deliranti giustificazioni per ottenere attenzioni, comprensione, pene etc etc... Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, dicevo, ha cercato di circoscrivere più precisamente i criteri per la diagnosi di “disturbo disforico premestruale”, stabilendo che questa è consentita se sono stati presenti per la maggior parte dell’ultimo anno nell’ultima settimana della fase luteinica (???così sta scritto) cinque o più fra i seguenti undici sintomi (e almeno uno deve essere fra i primi quattro):
1. umore depresso, assenza di speranza e auto-svalutazione; penso che non sarò mai felice..e che sono una patetica stupida illusa..e che quello che ho scritto fa schifo
2. sentimenti di tensione, ansia; ho fumato 40 sigarette
3. labilità dell’umore e facile pianto; sigh sob sigh
4. persistente irritabilità, rabbia, conflitti interpersonali; odio tutti, vorrei scuoiare un uomo vivo e friggerne i testicoli, che cazzo ridete, lo voglio davvero fare...
5. diminuzione dell’interesse per le attività consuete, con eventuale ritiro sociale; voglio stare sola a casa a leggere storie tristi
6. difficoltà di concentrazione; col cazzo che oggi finisco il capitolo di storia
7. senso di affaticamento, mancanza di energia; infatti mi sono rotta già di scrivere..riprendo dopo
8. mutamenti marcati nell’appetito, con possibile binge-eating e desiderio eccessivo per taluni cibi;
9. iper- o iposonnia;
10. una sensazione di essere sopraffatta e di avere perso il controllo;
11. altri sintomi fisici come sensibilità o turgore dei seni, mal di testa, sensazione di gonfiore o di aumento di peso (con impressione di strettezza di abiti, calzature e anelli), dolori alle giunture.

lunedì 11 giugno 2007

sull'amore

'Con questa parola si spiega tutto, si perdona tutto, si accetta tutto, perché non si cerca mai di conoscerne il contenuto. È la parola d'ordine che apre i cuori, i sessi, le sacrestie e le comunità umane. Copre di un velo falsamente disinteressato, persino trascendente, la ricerca della dominanza e il cosiddetto istinto di proprietà. È una parola che mente continuamente e questa menzogna viene accettata con le lacrime agli occhi, senza discutere, da tutti gli uomini. Procura una veste onorata all'assassino, alla madre di famiglia, al prete, ai militari, ai carnefici, agli inquisitori, agli uomini politici. Chi osasse spogliarla, denudarla fino in fondo dei pregiudizi che la ricoprono, non sarebbe ritenuto lucido, ma cinico. Dà tranquillità di coscienza, senza grossi sforzi, né grossi rischi, a tutto l'inconscio biologico. Decolpevolizza: infatti, perché i gruppi sociali sopravvivano, cioè mantengano le strutture gerarchiche, le regole della dominanza, occorre che le motivazioni profonde di tutti gli atti umani vengano ignorate. Conoscerle, metterle a nudo, porterebbe alla rivolta dei dominati, alla contestazione delle strutture gerarchiche. La parola amore è lì pronta per motivare la sottomissione, per trasfigurare il principio di piacere, l'appagamento della dominanza. [...]
È senz'altro oggettivamente esatto definire l'amore come la dipendenza del sistema nervoso nei confronti dell'azione gratificante, realizzata grazie alla presenza di un altro essere nel nostro spazio. Viceversa, l'odio non nasce forse quando l'altro non ci gratifica più, o quando qualcuno si impadronisce dell'oggetto dei nostri desideri, o si insinua nel nostro spazio gratificante e si gratifica con l'essere o l'oggetto della nostra precedente gratificazione?
Ci chiediamo però se queste osservazioni che hanno la pretesa di essere scientifiche, oggettive, abbiano un qualche valore di fronte alla gioia ineffabile, realtà vissuta, dell'innamorato. Nel descriverla come abbiamo appena fatto, non viene ignorata la parte umana dell'amore, la dimensione immaginaria, creatrice, culturale? Probabilmente sì, per l'amore felice. Ma, qualcun altro l'ha detto, non esiste amore felice. Non c'è uno spazio abbastanza chiuso, che racchiuda per tutta una vita due esseri in loro stessi. Appena questo insieme si apre verso il mondo, esso, richiudendosi su di loro, si insinuerà, come i tentacoli di una piovra, tra le loro relazioni privilegiate. Altri oggetti di gratificazione e altri esseri gratificanti entreranno in rapporto con ciascuno di loro, in un rapporto obiettivo, espresso con l'azione. Allora lo spazio dell'uno non si limiterà più allo spazio dell'altro. Il territorio dell'uno potrà coincidere col territorio dell'altro, ma i due territori non potranno più sovrapporsi.
Il solo amore davvero umano è un amore immaginario, che insegue per tutta la vita, che generalmente trova origine nell'essere amato, ma che presto non ne avrà più le proporzioni, né la forma palpabile, né la voce, per diventare una vera creazione, un'immagine senza realtà. Allora non bisogna assolutamente cercare di far coincidere questa immagine con l'essere che l'ha suscitata e che è solo un pover'uomo, o una povera donna, molto in difficoltà col suo inconscio. Dobbiamo gratificarci con quell'amore, con ciò che crediamo sia e non è, con il desiderio e non con la conoscenza. Dobbiamo chiudere gli occhi e fuggire la realtà. Ricreare il mondo degli dèi, della poesia e dell'arte e non adoperare mai la chiave del ripostiglio in cui Barbablù teneva i cadaveri delle mogli.'
Henri Laborit, in Elogio della fuga

venerdì 8 giugno 2007

una certezza appagante in più

posso assumere con sufficiente certezza che il mio pesce, un oranda dolcissimo, sia davvero felice di vivere con me nella sua splendida e luccicante boccia di cristallo... (shhhh in realtà è di vetro, ma lui non lo sa)

giovedì 7 giugno 2007

arieccom-ci

ho perso il lume, l'ho ritrovato, l'ho riperso...ed ora sto pensando di sostituirlo con un nuovo modello provvisto di una pratica fessura in cui si può agevolmente infilare una catena ed attaccarlo alla cintura. credo di aver fatto una sintesi esaustiva di ciò che è successo da pasqua ad ora.
veniamo all'oggi. studio con poca voglia, credo fermamente nelle potenzialità autocurative della mia psiche, non penso più ossessivamente agli psicofarmaci che ho sempre osato chiedere ma che nessuno ha mai voluto prescrivermi adducendo la scusa, alquanto banale in verità, che la mia bizzarra combinazione di patologie psichiatriche, tra l'altro autodiagnosticate, non era altro che la ricerca ostinata di alibi per il mio fancazzismo. mah sarà...nel dubbio sto mangiando una mela al giorno.
patti è a milano, l'ultima volta che l'ho sentita non era quello che si dice una pasqua, io non ero quello che si dice partecipativa, così deve aver colto con favore l'improvviso venir meno della connessione.
'la cosa' si ripresenta a tratti, nel senso che si ripresenta solo quando voglio, il problema e che io voglio spesso ma proporzionalmente sempre di meno, sarà finalmente giunto il tanto agognato punto di flesso???
mi sono costruita una sorta di eremo, stranamente rispettato ultimamente, nel senso che non impiego più gran parte delle giornata ad inventare scuse per non partecipare alle varie 'cose' organizzate da 'tutti'. forse perchè sto facendo uno spropositato uso di termini generici e giustificazioni non elaborate che appaiono esattamente come tali, ovvero balle. non sono più ossessionata dall'esigenza di essere amata morbosamente da tutti quelli che mi circondano, oggetti inanimati inclusi ed ho rinunciato all'idea di avere un progetto, seguo la prassi e guardo avanti.