una foto più esplicativa non potevo trovarla, io che sprizzo gioia da tutti i pori a piazza del duomo...! la gita è stata carina, ma non mi sono mai sentita così vecchia e stanca. sono andata a ballare in una famosa discoteca milanese con ragazzi dell'87 e l'età media in quel posto presumo potessse ragionevolmente raggiungere i 17 anni... povera me! certo,con mio top rosso di seta facevo la mia porca figura, un tipetto sbarbatello ci ha anche provato, ma la mia autostima non ha subito variazioni, che vergogna! da oggi frequenterò solo trentenni,e solo Patti sa quanto questo possa pesarmi...
giovedì 29 marzo 2007
sabato 17 marzo 2007
un intero minuto di felicità! è forse poco, sia pure in tutta la vita d'un uomo?

''Sentirete, Nastenka (mi pare che non mi stancherò mai di chiamarvi Nastenka), sentirete che in quegli angoli vivono delle strane persone: i sognatori. Il sognatore non è un uomo, sapete, ma una certa creatura di genere neutro. Si stabilisce per lo più in qualche angolo inaccessibile, come se lì volesse celarsi anche alla luce del giorno, e una volta che s'è rintanato nella sua casa, aderisce al proprio cantuccio, come una chiocciola [...] Adesso la dea della fantasia ha già intessuto con mano capricciosa la sua trama d'oro e s'è messa a sciorinargli davanti gli arabeschi di una vita irreale e forse lo ha trasportato dal marciapiede di ottimo granito sul quale se ne torna a casa, al settimo cielo di cristallo. Provate a fermarlo adesso e domandategli all'improvviso dove ora si trovi e per quali vie sia passato: certamente ora non ricorderà nulla, nè dove abbia camminato, nè dove ora si trovi e arrossendo dal dispetto, immancabilmente dirà una qualche bugia per salvare le apparenze''
(Le notti bianche, F.M. Dostoevskij)
martedì 13 marzo 2007
effetto fattanza
Sono di nuovo a Roma ad illuminare di nuova luce la vita di Selma. Più che altro è stata lei ad illuminare la mia vita con la sua grandiosa accoglienza.
Mi ha fatto trovare un'amica, la nostra migliore, sempre ben accetta e taaanto ben voluta: Maria. Con Maria ci divertiamo sempre tanto, si finisce sempre o a stravaccarsi sul divano senza avere la forza di muovere un dito, o a ballare Disco Inferno col volume a palla, o a parlare al telefono con un'amica dicendole che l'effetto fattanza le impedisce di parlare correttamente, o ad addormentarsi mentre ci si fa la doccia, o a rubare gli abiti della sorella quando lei non è in casa, o a non trovare i tasti giusti sulla tastiera del pc, o a trovare scuse per ridere. Ma soprattutto è la fame che ti prende dopo un pò che stai con lei a farti rendere conto che sei proprio sotto effetto fattanza.
Beh, non sono in forma e il perchè è intuibile per cui vi lascio.
Ma solo dopo avervi detto che anch'io Di.Co. Sììììììììììììììììììì!!
Mi ha fatto trovare un'amica, la nostra migliore, sempre ben accetta e taaanto ben voluta: Maria. Con Maria ci divertiamo sempre tanto, si finisce sempre o a stravaccarsi sul divano senza avere la forza di muovere un dito, o a ballare Disco Inferno col volume a palla, o a parlare al telefono con un'amica dicendole che l'effetto fattanza le impedisce di parlare correttamente, o ad addormentarsi mentre ci si fa la doccia, o a rubare gli abiti della sorella quando lei non è in casa, o a non trovare i tasti giusti sulla tastiera del pc, o a trovare scuse per ridere. Ma soprattutto è la fame che ti prende dopo un pò che stai con lei a farti rendere conto che sei proprio sotto effetto fattanza.
Beh, non sono in forma e il perchè è intuibile per cui vi lascio.
Ma solo dopo avervi detto che anch'io Di.Co. Sììììììììììììììììììì!!
lunedì 12 marzo 2007
dico si

A parte l'essere diventata un'icona gay per le mie zie, niente di nuovo, nè di particolarmente eccitante, le solite pippe mentali che cerco di controllare, e schhhh sembra che ci stia riuscendo, senza pasticche o riti magici, nè abusi vari. Intravedo dinanzi a me La Strada del Salutismo e dell'Equilibrio, che dici, la prendo???
giovedì 8 marzo 2007
beccheggiando
sono stanca di omettere, nascondere, assumere le molteplici forme del mio essere per compiacere, per non destabilizzare, per non lasciare traccia di me, richiede un impegno eccessivo e spesso ottengo effetti non controllabili.
ho amato (anche) tre persone, una donna e due uomini, in modo interdipendente, ho lasciato che ognuna di esse scoprisse un pezzettino della mia anima, le ho amate in modo diverso, ma con la stessa intensità. il mio è stato un amore gratuito, spontaneo e discreto e proprio per questo motivo non compreso, in un primo momento accolto con sorpresa, poi con diffidenza, infine con disprezzo e scherno. non mi pento, se non altro perchè non avrei potuto impedirlo in nessun modo. nel frattempo mi sono ammalata, quello che ho dato, l'ho tolto a me stessa, è questo il mio unico orribile segreto, perdonatemi se non sono riuscita ad essere più semplice ed intelligibile, ho avuto troppa fiducia nelle mie capacità camaleontiche e nella vostra fanciullesca disposizione d'animo.
ora cerco acquietamento.
ho amato (anche) tre persone, una donna e due uomini, in modo interdipendente, ho lasciato che ognuna di esse scoprisse un pezzettino della mia anima, le ho amate in modo diverso, ma con la stessa intensità. il mio è stato un amore gratuito, spontaneo e discreto e proprio per questo motivo non compreso, in un primo momento accolto con sorpresa, poi con diffidenza, infine con disprezzo e scherno. non mi pento, se non altro perchè non avrei potuto impedirlo in nessun modo. nel frattempo mi sono ammalata, quello che ho dato, l'ho tolto a me stessa, è questo il mio unico orribile segreto, perdonatemi se non sono riuscita ad essere più semplice ed intelligibile, ho avuto troppa fiducia nelle mie capacità camaleontiche e nella vostra fanciullesca disposizione d'animo.
ora cerco acquietamento.
sabato 3 marzo 2007
interruzione pubblicitaria
mi dispiace interrompere la 'deriva' impegnata del blog di questi giorni. Patti ha tutta la mia stima, ha scritto proprio un bel post, al contrario di me che ho copiato e incollato due cazzate, ma cmq devo assolutamente renderti partecipe di questo:
MI SENTO UNA MERDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
MI SENTO UNA MERDAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
venerdì 2 marzo 2007
Il farmaco è un diritto di tutti gli uomini
Volevo solo aggiungere un commento al post di Selma.
Perchè non tutti si rendono conto di come il brevetto farmaceutico può essere una pericolosa arma a doppio taglio.
Da un lato, potrebbe sembrare giusto proteggere qualsiasi tua creazione dell'ingegno con uno strumento legislativo apposito, per evitare che chicchessia te la possa rubare e guadagnarci al tuo posto. Già, perchè alla fine il brevetto ti consente di fare proprio questo: guadagnare sul tuo trovato, specularci, sfruttarlo economicamente; l'unica differenza è che lo fa fare solo a te perchè tu sei l'unico e il solo creatore e impedisce a terzi estranei alla faccenda di potersene appropriare senza ritegno e permesso. Potrebbe sembrare giusto,no?
Quello che non è assolutamente giusto è usare il brevetto per i medicinali, i quali sono stati classificati tra le specie brevettabili come trovati industriali e quindi godono di una protezione brevettuale di 20 anni.Ma quel che è peggio è che per i farmaci si possono chiedere tutti i tipi disponibili di brevetto: d'uso, di prodotto e di procedimento. E non è finita qui: il Regolamento CEE 1768/92 che legalizza a livello europeo il Certificato di Protezione Supplementare, è stato creato appositamente da e per le industrie farmaceutiche brevettatrici che, a causa dei tempi di A.I.C. a volte troppo lunghi, non riuscivano a guadagnarci bene, le poverine, e allora che si fa? Si fa il CPS, così la protezione brevettuale vale 5 anni di più.
Perchè non è giusto il brevetto farmaceutico?
Perchè il concetto di farmaco è praticamente l'esatto contrario di quello di brevetto. La nostra etica sostiene che "Il farmaco sia un BENE COMUNE per TUTTA l'umanità". E' contro la nostra morale ingabbiare un bene comune in una protezione brevettuale che di fatto il farmaco lo fa sfruttare solo a chi lo ha inventato e lo fa usare solo da chi lo può pagare. Sì, perchè quelli che non lo possono pagare sono fatti fuori, non possono comprarlo, non possono usarlo.
Ed è così che il terzo mondo muore. E le industrie farmaceutiche non si fanno scrupoli di coscienza.
Io sono laureata in CTF. Lavorare in un laboratorio di un'industria farmaceutica, partecipare all'invenzione di un nuovo farmaco, è il mio sogno nel cassetto.
La ricerca è una bella cosa, ma se, per colpa di qualche multinazionale senza scrupoli, diventa strumento di morte per il suo solo guadagno, allora io non ci sto.
E questo voglio che lo sappiano tutti.
Perchè non tutti si rendono conto di come il brevetto farmaceutico può essere una pericolosa arma a doppio taglio.
Da un lato, potrebbe sembrare giusto proteggere qualsiasi tua creazione dell'ingegno con uno strumento legislativo apposito, per evitare che chicchessia te la possa rubare e guadagnarci al tuo posto. Già, perchè alla fine il brevetto ti consente di fare proprio questo: guadagnare sul tuo trovato, specularci, sfruttarlo economicamente; l'unica differenza è che lo fa fare solo a te perchè tu sei l'unico e il solo creatore e impedisce a terzi estranei alla faccenda di potersene appropriare senza ritegno e permesso. Potrebbe sembrare giusto,no?
Quello che non è assolutamente giusto è usare il brevetto per i medicinali, i quali sono stati classificati tra le specie brevettabili come trovati industriali e quindi godono di una protezione brevettuale di 20 anni.Ma quel che è peggio è che per i farmaci si possono chiedere tutti i tipi disponibili di brevetto: d'uso, di prodotto e di procedimento. E non è finita qui: il Regolamento CEE 1768/92 che legalizza a livello europeo il Certificato di Protezione Supplementare, è stato creato appositamente da e per le industrie farmaceutiche brevettatrici che, a causa dei tempi di A.I.C. a volte troppo lunghi, non riuscivano a guadagnarci bene, le poverine, e allora che si fa? Si fa il CPS, così la protezione brevettuale vale 5 anni di più.
Perchè non è giusto il brevetto farmaceutico?
Perchè il concetto di farmaco è praticamente l'esatto contrario di quello di brevetto. La nostra etica sostiene che "Il farmaco sia un BENE COMUNE per TUTTA l'umanità". E' contro la nostra morale ingabbiare un bene comune in una protezione brevettuale che di fatto il farmaco lo fa sfruttare solo a chi lo ha inventato e lo fa usare solo da chi lo può pagare. Sì, perchè quelli che non lo possono pagare sono fatti fuori, non possono comprarlo, non possono usarlo.
Ed è così che il terzo mondo muore. E le industrie farmaceutiche non si fanno scrupoli di coscienza.
Io sono laureata in CTF. Lavorare in un laboratorio di un'industria farmaceutica, partecipare all'invenzione di un nuovo farmaco, è il mio sogno nel cassetto.
La ricerca è una bella cosa, ma se, per colpa di qualche multinazionale senza scrupoli, diventa strumento di morte per il suo solo guadagno, allora io non ci sto.
E questo voglio che lo sappiano tutti.
I FARMACI: UN DIRITTO DI TUTTI GLI UOMINI

Prendo spunto dal messaggio di Patti, riporto un articolo sulla questione dei farmaci essenziali.
14 milioni di persone nel mondo muoiono ogni anno perché non hanno accesso ai farmaci.
42 milioni sono i malati di AIDS nel mondo (29 milioni dei quali in Africa) destinati a diventare 200 milioni entro il 2.025. 11 milioni sono gli orfani per l’Aids in Africa.
Il caso AIDS è il più eclatante ma non certamente isolato. Nei Paesi del Sud del mondo, uomini, donne e bambini muoiono ogni giorno di malattie curabili come polmonite, diarrea, infezioni respiratorie solo perché non possono accedere alle cure mediche.
Nel 1999, Medici Senza Frontiere vince il Premio Nobel per la Pace e decide di investire questo denaro per una difficile battaglia: quella che rivendica il diritto di uomo - senza distinzione di sesso, età e razza - alla salvaguardia della propria salute, che significa, in ultima analisi, diritto alla vita stessa. Una lotta che vede contrapporsi gli interessi economici delle multinazionali farmaceutiche alla vita delle persone.
E’ così che nasce la Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali, che denuncia l’assenza dei farmaci come crimine contro l’umanità e rivendica il diritto dei più poveri ad avere accesso ai farmaci cosiddetti “salvavita”.
Al vertice di Doha nel 2001, i membri del WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, avevano adottato la “Dichiarazione sull’Accordo TRIPS e la salute pubblica” che, riconoscendo la gravità dei problemi relativi alla salute pubblica nei paesi in via di sviluppo, affermava inequivocabilmente la priorità della salute pubblica sugli interessi commerciali.
In essa veniva riconosciuto che l’Accordo sui TRIPS, ovvero sugli aspetti dei diritti della proprietà intellettuale relativi al commercio, avrebbe dovuto essere interpretati in modo da proteggere la salute pubblica e promuovere l’accesso ai farmaci per tutti. “Conveniamo che gli accordi TRIPS – si legge al punto 4 della Dichiarazione – non impediscono e non dovrebbero impedire ai Paesi membri di prendere le misure necessarie a proteggere la salute pubblica”.
La Dichiarazione stabiliva inoltre che i paesi più poveri – i cosiddetti least developed countries – che non dispongono neppure di un’industria farmaceutica interna, sarebbero stati esonerati dall’applicazione dei diritti relativi alla proprietà intellettuale fino al 20016, mentre i paesi “intermedi” ne sarebbero stati esclusi fino al 2006.
Alcuni di questi paesi intermedi – in particolare India, Brasile, Tailandia – possiedono infatti un’industria farmaceutica e hanno potuto copiare, in legalità, i farmaci dalla multinazionali, realizzando dei generici perfettamente identici a quelli sul mercato e assolutamente efficaci.
Nel 2000, prima che comparissero sul mercato le prime terapie a base di generici, il miglior prezzo a livello mondiale per la combinazione di farmaci brevettati era di 10.439 $ l’anno per paziente. Nel luglio del 2000 sono apparsi i primi generici che garantivano la terapia per 2.767 $ l’anno per paziente. Da quel momento i prezzi delle terapie a base di generici hanno continuato a scendere: oggi in alcuni dei Paesi poveri si riescono ad acquistare i farmaci “copiati” (made in India, Brasile o Tailandia) per 201 $ l’anno per paziente. Spinte dalla concorrenza dei generici anche le multinazionali hanno abbassato i prezzi (si parla sempre della migliore offerta fatta a Paesi poveri), ma tutt’oggi la miglior offerta per i farmaci di marca si aggira intorno ai mille dollari l’anno per paziente.
Ciò significa ovviamente poter curare un maggior numero possibile di malati e soprattutto coloro, i quali non possono disporre di assicurazioni o di un sistema sanitario che provvedano alle spese.
Ai paesi più poveri invece, non in grado di produrre generici, la Dichiarazione riconosceva il diritto di importarli ai prezzi più bassi, ovvero dai paesi intermedi produttori di generici a basso costo.
Ma è proprio su questi accordi che la questione si rivela in realtà complessa.
MSF accusa infatti USA, Unione Europea, Canada, Svizzera, Giappone di aver negoziato in modo da ridurre le capacità di accesso ai generici da Parte dei Paesi in via di sviluppo che non possiedono un’industria farmaceutica. Nonostante i buoni propositi di Doha infatti, ad ostacolare il libero commercio di farmaci salvavita tra questi paesi, ci sono le limitazioni sulle importazioni e le esportazioni.
La questione dei farmaci essenziali è tornata sul tavolo delle discussioni alla vigilia dell’ultimo vertice del WTO a Cancun, dove 146 membri del WTO hanno approvato un accordo che, pur riconoscendo il diritto dei paesi più poveri ad importare farmaci generici dai paesi che hanno la capacità di produrli (ma questo diritto era già stato riconosciuto nel 2001) introduce una quantità di limitazioni ed ostacoli che rischiano di rendere l’accordo inutilizzabile.
All’indomani di questo nuovo accordo, firmato il 30 agosto 2003, tutta la stampa nazionale e internazionale, le tv e tutti i media hanno dichiarato trionfalmente che erano stati raggiunti accordi che garantivano farmaci essenziali ai PVS (solo a titolo di esempio gli articoli di La Repubblica; e de Il Corriere della Sera) .
Resta allora da chiedersi perché, a pochi mesi dall’accordo, i muri delle grandi città sono coperti dalla campagna di Medici Senza Frontiere per l’accesso ai farmaci essenziali. Perché la campagna di MSF è tornata alla ribalta se gli accordi garantiscono farmaci per tutti?
La risposta è che la notizia riportata dai media non era corretta.
L’accordo è stato presentato come un grande passo avanti nella tutela della salute e del diritto alla vita dei più poveri, ma in realtà non lo è.
Dal vertice di Cancun ci si aspettava l’introduzione di regole chiare e semplici, che mettessero in condizione i paesi più poveri di tutelare la salute dei propri cittadini, invece questo accordo stabilisce clausole restrittive che rendono difficile il libero scambio dei farmaci. Regole che – accusa MSF – salvaguardano gli interessi delle multinazionali e non la salute delle persone.
Il primo scoglio si chiama burocrazia: i paesi che vorranno esportare e quelli che vorranno importare i generici dovranno chiedere al Wto, di volta in volta, la “licenza obbligatoria”, per ottenere la quale essi dovranno fornire ad un organismo del WTO un’ampia e complessa documentazione. La trafila burocratica avrà ovviamente un costo altissimo, soprattutto in vite umane.
Il secondo scoglio si chiama ambiguità: l’accordo è volutamente ambiguo e questa ambiguità riguarda anche il fatto che deve essere il WTO, di volta in volta e non definitivamente, a decidere se dare o meno la licenza.
L’India – per citare un esempio - può produrre i farmaci generici ed utilizzarli nel proprio Paese, ma l’esportazione verso i paesi più poveri è resa impossibile da complicazioni procedurali atte solo ad ostacolare questo scambio. E così viceversa per i paesi poveri che devono importare.
Infine, l’accordo del 30 agosto scoraggia di fatto la produzione di generici: le industrie che producono copie di qualità dei farmaci di marca vengono fortemente disincentivate. Non solo. Esso lascia irrisolta una grave questione: cosa succederà alla fine del 2005 quando i paesi che oggi ospitano i principali produttori di generici saranno costretti ad applicare i TRIPS integralmente, incluse le norme sui brevetti? Che conseguenze ci saranno sulla possibilità di produrre ed esportare generici?
Nel frattempo gli Stati Uniti cercano di ottenere un certo numero di accordi commerciali regionali o bilaterali che in effetti indebolirebbero e addirittura annullerebbero completamente la Dichiarazione di Doha. Sono in atto infatti delle negoziazioni per rafforzare la protezione dei brevetti in regioni colpite pesantemente dalle malattie.
N.B. l'articolo è un po' datato, aggiungo che all'indomani dell'ultima conferenza di Hong Kong la situazione è rimasta sostanzialmente identica.
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